“Mamma … ho fame” “Mamma … ho sete” “Mamma …ho la pipi”

Quante volte sentiamo pronunciare queste frasi dai nostri figli! Fanno da sottofondo ad una normale quotidianità che si mescola al rumore di un frigorifero che si apre e si chiude, ad una bottiglia lasciata aperta sul tavolo e ad uno sciacquone del bagno che scarica.
Ad un certo punto della mia estate appena trascorsa, queste frasi, questi gesti avevano preso una ritualità troppo marcata da parte mia figlia minore, Anita. La mia cucciola ha quasi 12 anni, un’età di grandi cambiamenti, sia esteriori che interiori. Alcuni ricordi dei miei percorsi di studio e un confronto con una cara amica pediatra mi hanno portato a cercare il tassello mancante, quello invisibile, ma inequivocabile : il controllo glicemico.

Anita aveva 275 mg/dL di glucosio a digiuno, una glicemia che purtroppo ha confermato i miei sospetti sulla malattia di mia figlia: DIABETE DI TIPO 1.

In generale con il termine diabete , si identificano un gruppo di malattie metaboliche caratterizzate da iperglicemie (livelli alti di zucchero nel sangue), che posso essere generate da:

  1. Deficit della secrezione di insulina (diabete di tipo 1)
  2. Deficit dell’azione dell’insulina (diabete di tipo 2)
  3. Entrambi i fattori

L’INSULINA è un ormone prodotto dal pancreas che ha l’importante compito di consentire l’ingresso degli zuccheri nelle cellule in modo da fornire loro energia.

Nel mondo il 90 % dei pazienti diabetici è affetto da diabete di tipo 2, mentre il restante 10% riguarda il DIABETE DI TIPO 1, altrimenti definito DIABETE GIOVANILE. Le cause che scatenano il DIABETE DI TIPO 2 sono solitamente legate allo stile di vita errato, come alimentazione scorretta e sedentarietà. L‘insulina in questo caso viene prodotta dal pancreas, ma non viene utilizzata correttamente a causa dell’insulino-resistenza da parte delle cellule. Il DIABETE DI TIPO 1 invece è una malattia AUTOIMMUNE. La MALATTIA AUTOIMMUNE è caratterizzata da un mal funzionamento del sistema immunitario che, a un certo punto, produce anticorpi che colpiscono organi o tessuti dell’organismo stesso. Nel caso del DIABETE GIOVANILE, vengono prodotti anticorpi che uccidono le cellule β pancreatiche, deputate alla produzione di insulina. Le cause delle malattie autoimmuni sono sconosciute, quindi sfortunatamente non esiste prevenzione. Purtroppo i casi di questa malattia sono in costante aumento, circa un 4% in più di nuovi casi all’anno, con una maggiore incidenza nel nord Europa .

Un pancreas sano rilascia insulina in modo automatico in media ogni 10-14 minuti in quantità appropriata ai livelli di glicemia in circolo. Il pancreas di Anita invece non funziona più, per questo lei, come ogni altro paziente diabetico , dovrà iniettarsela per il resto della vita.

Non si guarisce, ma questa è la cura!

Per il bambino diabetico ogni pasto deve essere accompagnato da un rituale :

  1.  misurarsi la glicemia
    2. contare quanti carboidrati starà per introdurre con il cibo
    3.calcolare quante unità di insulina iniettarsi in funzione dei due fattori precedenti

Dopo due ore dal pasto viene sempre verificata la glicemia postprandiale. Ogni sera prima di dormire devono farsi un’altra iniezione con un altro tipo di insulina che ha il compito di coprire il fabbisogno basale 24 ore su 24.

I rischi più grandi per queste persone è che la glicemia raggiunga valori molto bassi (IPOGLICEMIA) che se non viene corretta subito li può portare alla perdita dei sensi, con conseguenze gravi. Per questo i controlli glicemici vanno effettuati spesso, in modo da poter intervenire subito. Se per tenere sottocontrollo una glicemia troppo alta si utilizza l’insulina, in caso di glicemia bassa bisogna introdurre tempestivamente degli zuccheri semplici che entrino in circolo in poco tempo. Per questo il succo di frutta viaggia sempre con il diabetico!

Detta così sembra un vero caos…. E vi assicuro che in parte lo per davvero! Per questo le famiglie di bambini affetti da diabete di tipo 1 vanno in crisi, sono tante le domande e soprattutto le paure che ciascun famigliare prova dopo questa diagnosi. Bisogna trovare la forza di accettare tutto questo!

Nel mio caso, e qui non parlo più come Dott.sa Mignani ma come mamma Elisa, la mia forza si chiama Anita. Lei ha accettato questa malattia fin dal primo giorno! Non ha mai pianto, non sì è mai lamentata e non ha mai detto “Perché proprio a me”. Il giorno del ricovero nella sua stanza di ospedale ha commentato: “Beh dai mamma, ci sono diagnosi ben peggiori, in fin dei conti devo solo farmi 4 punture di insulina al giorno!” .

Ho visto sul suo viso un sorriso meraviglioso quando si è fatta da sola la prima puntura, uno sguardo fiero quando ha trovato il coraggio di schiacciare in autonomia il pungi-dito e un’ironia unica nel contare i suoi carboidrati. Ci tiene molto a sottolineare che lei non è malata, ha solo un “mal funzionamento di organo”.

Ho la fortuna di essere una biologa nutrizionista, il mio lavoro mi ha permesso fin da subito di seguirla con un pochino più di consapevolezza, rispetto ad altre mamme che non conoscevano la materia. La conta carboidrati non è facile, ma soprattutto si ha sempre paura di commettere qualche errore. Volentieri aiuterei mamme che si trovino catapultate in questa nuova realtà.

In ospedale ci siamo inventate un motto: “ABBIAMO POCA INSULINA MA TANTA SEROTONINA” Sapete cosa è la serotonina? L’ormone del BUON UMORE!

Dott.ssa  Elisa Mignani
Biologa Nutrizionista